Oggi parliamo di quarantena. Risponderò ad alcune vostre domande come per esempio:
- bisogna pulire le zampe del cane ritorno dalla passeggiata e in che modo?
- come mai il volpino di Hong Kong è risultato positivo al Coronavirus?
- che fine fanno gli animali delle persone in quarantena o ricoverate?
- come far passare il tempo i nostri cani visto che la durata delle uscite è drasticamente diminuita e c’è il rischio che sviluppino delle problematiche legate allo stress?….
La passeggiata con il cane ai tempi del Coronavirus
Partiamo dalla passeggiata: quali accorgimenti possiamo prendere? Come comportarsi con la pulizia? Come al solito si sentono pareri molto contrastanti, come in tutta questa storia fin dall’inizio. Vi dico quello che penso io, avendo sentito ovviamente anche voci autorevoli.
Visto che ci suggeriscono di lasciare le scarpe fuori casa io penso che una pulitina le zampe del cane bisognerebbe dargliela ma non con l’acqua e candeggina, come abbiamo sentito, perchè c’è il rischio di rovinare le zampe al cane. Si possono utilizzare le salviette apposite per cani che si trovano in commercio, come quelle a base di clorexidina alla giusta concentrazione, oppure anche semplicemente acqua e sapone. Io utilizzo uno straccio bagnato con acqua e sapone, strofino le zampe, poi le asciugo con un altro straccio e così il grosso lo tolgo.
Ci dicono anche di evitare le effusioni con i nostri cani: ora chi ama il proprio cane sa è difficile non abbracciarlo e baciarlo, magari quello che eviterei in questo periodo è proprio non baciarlo sul muso perché non sappiamo dove l’ha messo. Questo vale un po’, in generale perché non sappiamo mai dove ha messo il muso, però in questo periodo il rischio è proprio quello di prendersi qualcosa di non piacevole. Sappiamo che c’è gente che sputa che strada, che si soffia il naso e lascia i fazzoletti per terra. E non sappiamo chi ha buttato quel fazzoletto, quindi facciamo attenzione soprattutto per quei cani che sono abituati a mangiarsi i fazzoletti per strada e a prendere tutto in bocca.
Abbandoni di cani
Un’altra domanda: è vero che ci sono più abbandoni in questo periodo? Abbiamo visto che ci sono tante campagne contro l’abbandono e viene continuamente sottolineato come il cane non ci possa trasmettere il Coronavirus. E’ poi venuto fuori, a seguito di controlli sui dati, che questa degli abbandoni fosse una bufala, messa in circolo da un’associazione che ha fatto poi un passo indietro. Per fortuna almeno questa calamità in questo momento non c’è.
Quindi gli abbandoni non sono aumentati, ma ovviamente sono diminuite le adozioni, quindi i canili sono sempre più pieni e in più si aggiunge la domanda che ho fatto all’inizio: che fine fanno i cani delle persone che sono ricoverate? Se non c’è nessuno disposto a prendersene cura ovviamente finiscono in canile. Alcune associazioni stanno provando a organizzarsi per fornire degli stalli a questi cani, a casa di volontari, ma forse la cosa più semplice sarebbe che i vicini di queste persone che sono ricoverate o i parenti si possano prendere cura dell’animale in prima persona.
Ma possiamo prendere il Coronavirus dai cani?
Tutti gli esperti concordano nel dire che, per i dati che abbiamo al momento, non sia possibile: gli animali non possono contrarre il Coronavirus e non possono trasmettercelo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Oie sono concordi su questo.
Ma quindi cosa è successo nel caso del cane, il volpino di Pomerania, risultato positivo a Hong Kong? L’ipotesi è che il cane semplicemente abbia agito come una qualunque superficie, come il pavimento, come il tavolo, quindi venendo a contatto con la sua proprietaria che era positiva abbia contratto il virus sulla superficie corporea. Il virus è stato trovato anche nelle cavità nasali del cane ma probabilmente anche in questo caso perché la proprietaria l’ha baciato, accarezzato, abbracciato e sembra quindi che il virus abbia aderito alla mucosa delle cavità nasali: il cane non ha mai mostrato sintomi della malattia, che non è peggiorata né è progredita, quindi gli esperti sono concordi nell’affermare che non ci sono prove scientifiche che dimostrino che gli animali da compagnia possano contrarre o diffondere il virus.
Problematiche comportamentali del cane in quarantena
Infine un’altra domanda: i nostri cani possono sviluppare delle problematiche legate al fatto di essere in quarantena? Direi di sì, come noi d’altra parte, come i bambini. La prima problematica è legata allo stress, alla noia, al fatto che le uscite diminuiscono in numero e in tempo, in qualità soprattutto perché i cani che prima erano abituati a farsi un bel giro in campagna adesso devono stare a 200 metri sotto casa.
Sappiamo che i cani hanno bisogno di interagire coi loro simili e questo non è possibile. Cani che vorrebbero anche interagire con le persone, ma non possono farlo. Hanno bisogno di esplorare, annusare, camminare, fare movimento e tutto questo ovviamente gli è impedito in questo momento. Quindi, possiamo sopperire in qualche modo a queste mancanze? Solo in parte. Facciamo il possibile, nel senso che nulla può sostituire una passeggiata stimolante di qualità: possiamo tenerli occupati stimolandoli mentalmente tramite l’attività olfattiva in casa (come per esempio con il tappetino olfattivo) o il problem solving.
Io coinvolgo spesso anche Pinta nei giochi con le bambine, così prendo due piccioni con una fava. Giochiamo a nascondino: noi ci nascondiamo e lei ci trova, le nascondiamo degli oggetti o dei bocconcini, ci facciamo aiutare a mettere via i giochi, così dà anche una mano, che male non fa, ed è anche un esempio per le bambine.
Un altro tipo di problematica che si può sviluppare o può peggiorare in questo periodo è l’ansia da separazione: noi siamo sempre in casa, il cane sempre con noi ventiquattr’ore su ventiquattro. Nel momento in cui ritorneremo al lavoro questo potrebbe essere un bel problema. Non per tutti i cani: quelli che prima erano abituati a stare da soli senza nessun problema probabilmente non avranno nessun problema anche dopo, ma quelli che già avevano qualche problema di attaccamento o quelli molto giovani che ancora non sono stati abituati a una separazione reale dal proprietario potrebbero sviluppare questa problematica.
Possiamo fare qualcosa anche in questo caso in cui siamo sempre in casa per evitare un peggioramento di questa problematica? Sì: facciamo in modo di avere i nostri spazi privati, lasciando degli spazi anche al cane. Abituiamolo in casa a delle separazioni interne: chiudiamoci in una stanza per lavorare, studiare, guardare un film, facendo in modo che il cane non ci segua ovunque. Possiamo fare tutto ciò gradualmente, soprattutto per quei cani che presentano già questa problematica e non sono ancora riusciti a risolverla. Cominciamo con separazioni molto brevi e poi le allunghiamo per periodi sempre più lunghi, lasciando al cane qualcosa da fare, come per esempio consumare un Kong ripieno.
Coraggio ragazzi, ce la possiamo fare!